mercoledì 4 giugno 2008

Ebbene, nonostante una giornata di assenza operosa, per motivi di lavoro (operosamente assente) mi rifaccio vivo. Grazie all'imperfezione dei cammini e alla grazia retrò del carosello volto al femminile (Carosella) ho avuto sufficienti incoraggiamenti per dire SONO DI NUOVO DIGITALE.... e non è poco, per uno come me che ascolta esclusivamente musica classica e si rade troppo spesso senza crema da barba spray (il pennello da barba ha il suo fascino antidiluviano). Un piccolo problema riguardo al progresso.... stavo aiutando il nipote a studiare geometria per l'esame di terza media, prima del grande congedo.... coni & cilindri con un sacco di calcoli per ricavare apotemi e altro.... senza calcolatrice portatile eravamo perduti, in particolare nessuno dei due si ricordava il procedimento per estrarre la radice quadrata di un numero, la procedura esatta che ti porta a ricavare dal nove il tre, dall'ottantuno il nove, dal milletrecentocinquantasette il trentaseivirgolaottotresettequattro, etc. Insomma una regoletta che ha un suo fascino grafico, da quello che ricordo: si disegna una V con una lunga coda dove viene inserito il numero, da cui estrarre la radice quadrata, spezzettato in coppie di cifre..... etc. etc. etc. Da quì mi è balenato alla mente un quesito storico.... quanti anni fa l' HOMO SAPIENS SAPIENS ha calcolato la prima volta la radice quadrata di un numero?..... Noi penseremo ai greci o agli arabi, a individui remoti con cui abbiamo legami mentali prossimi.... Invece l'uomo calcolava la radice quadrata di un numero già cinquemila anni fa, presso i sumeri..... Dunque, in barba all'idea fasulla del progresso rettilineo, il nostro corredo neuronico non è cambiato nei millenni.... Ma l'homo sapiens sapiens di quattromila anni fa si radeva la barba con il pennello? E soprattutto, percepiva la stessa legge morale dentro di sé quando il cielo era stellato, o nuvoloso, sopra?

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